Investire giocando? Attenti ai rischi dei social

Sui social, anche gli investimenti seguono le regole del marketing: contano di più le emozioni, i video accattivanti e le frasi ad effetto che i fatti. Sempre più giovani si avvicinano alla finanza tramite app e influencer, ma il rischio di essere manipolati è alto. Il nuovo quaderno della Consob, La gamification degli investimenti finanziari, verrà presentato il 23 maggio all’Università di Brescia e spiega come proteggere i risparmiatori, soprattutto i più giovani, dai pericoli nascosti dietro a meme, consigli virali e promesse di guadagno facile.
Tra le forme di gamification più diffuse tra gli strumenti finanziari vi sono:
- quelle finalizzate a incentivare la negoziazione, tra cui il trading, che non prevede la corresponsione di commissioni e il trading di titoli frazionati; sempre più diffuso è poi il ricorso ai digital device per l’attività di trading.
- il c.d. “design” e cioè un’architettura intuitiva e una presentazione visiva accattivante di app e interfacce di trading online dirette a invogliare gli utenti a compiere specifiche azioni
- quelle che favoriscono uno stretto legame tra l’attività d’investimento finanziario e l’utilizzo dei social media: alcune app di trading consentono agli utenti di registrare attraverso screenshot la propria operatività e di pubblicarla sui social: si favorisce così la compilazione di classifiche tra trader e il cosiddetto “copy trading”; attraverso le classifiche si mettono in risalto i trader di maggior successo in termini di popolarità o di performance conseguite in un determinato lasso di tempo; col copy trading possibilità di ricalcare l’operatività degli investitori di riferimento scelti frequentemente proprio in base alla loro classifica
- titoli meme: strumenti e prodotti finanziari resi popolari attraverso il ricorso ai cosiddetti “meme”, ovvero a immagini, frasi, video o foto declinate in maniera spiritosa che si diffondono in maniera virale e spontanea sul web; il titolo meme può essere oggetto di attenzione da parte sia degli investitori specializzati sia dei piccoli investitori incentivati a negoziarli dai social network, i quali, talvolta, fungono addirittura da dispositivi di sincronizzazione della loro attività di trading.
Gli ultimi fenomeni, in particolare, fanno leva sullo spirito di emulazione dell’investitore retail, con elevati rischi associati a contesti di volatilità del mercato.